Caro stronzo by Virginie Despentes

Caro stronzo by Virginie Despentes

autore:Virginie Despentes [Despentes, Virginie]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fandango Libri
pubblicato: 2023-05-02T22:00:00+00:00


REBECCA

Dopodiché, se vuoi il mio parere, stai attento... troppa esaltazione ammazza l’esaltazione, e tutta questa bontà potrebbe rincoglionirti un po’. Per il resto, non capirò mai quest’idea di far figli. Si direbbe che prima di procreare a nessuno venga mai in mente di chiedersi se sarà un buon genitore o se sarà un inferno. Con tutto che voi uomini vi limitate al minimo sindacale... ma anche così, non vi sta granché bene.

Ieri un amico mi ha prestato la sua bici elettrica, lui ha preso il suo fixie. Il suo progetto consiste nell’uscire tutti i giorni alle venti e farsi applaudire “come se stesse vincendo il Tour de France”. In circostanze normali, proponimi di andare in bici e ti sbrano. Ma non ne posso più di stare rinchiusa, credo che direi di sì anche a una corsetta. Ho pensato a te, mi sono detta che forse saremmo passati sotto le vostre finestre. La gente mi ha riconosciuta, è stato un trionfo. Ho sempre amato Parigi, e adesso mi sembra di scoprirla sotto una luce nuova. In tutto questo lo sappiamo c’è qualcosa di triste, qualcosa che ha dell’addio a un’epoca storica.

A République, la polizia sgomberava la piazza occupata dai migranti. Abbiamo pedalato nella direzione opposta. I poliziotti mi adorano, vogliono sempre farsi dei selfie. Credevo che la serata fosse rovinata ma verso il cimitero del Père-Lachaise un ragazzino mi ha affiancata in monopattino e si è messo ad andare su una ruota sola. Sarà stato sui dodici o tredici anni ma era alto, quando ha visto che la sua cazzata su una ruota sola mi faceva sorridere non ci ha più mollati e abbiamo costeggiato insieme il cimitero. Adoro quel quartiere, e ho pensato questa è una super sequenza cinematografica. Quello che stavo vivendo era un momento cinematografico. Un momento di grazia assoluta.

E oggi non mi do tregua. So bene che nel mondo stanno succedendo cose importanti, e che dovrei indignarmi per lo smantellamento degli ospedali, o della scuola, o della cultura. O perché Trump vomita merda h24, perché la Russia rinchiude gli omosessuali, perché la Cina approfitta della crisi per soffocare la resistenza a Hong Kong, mentre qui danno la caccia ai migranti sotto gli occhi di tutti – pare che gli sbirri gli gasino le coperte per renderle inutilizzabili. Ma la vera ragione per cui oggi mi sento malissimo, quello che mi ha dato il voltastomaco e distrutto il morale, è che stamattina ho ritrovato un paio di pantaloni che tre mesi fa portavo ancora. E non ci entro più.

Ti avverto, tu parlane a qualcuno e io ti ammazzo. Nel vero senso del termine. E il fatto che mi tocchi così mi manda in bestia, preferirei finire i miei giorni in galera piuttosto di ammetterlo pubblicamente. Da anni ho un tacito accordo con me stessa, quando esco dalla doccia non mi guardo allo specchio. Quando passo davanti a una vetrina non mi guardo. Quando mi fanno delle foto do giusto un’occhiata. Per una vita, ogni volta che mi vedevo quel che vedevo mi piaceva.



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